Maresciallo d'Italia, originario di Pallanza, figlio di Raffaele; senatore dal 1913, capo di stato maggiore nel luglio 1914, in sostituzione del generale A. Pollio, si adoperò a restituire all'esercito l'efficienza necessaria nell'eventualità di partecipare alla guerra imponendo una dura disciplina militare; destituito dopo la disfatta di Caporetto (novembre 1917) fu sostituito dal generale A. Diaz e nominato membro del Consiglio superiore di guerra interalleato di Versailles, nel febbraio 1918 fu richiamato in Italia, a disposizione della commissione d'inchiesta sui fatti di Caporetto, e nel 1919 collocato a riposo; nel 1924 viene nominato maresciallo d'Italia; muore pochi anni dopo a Bordighera; ha lasciato alcune pubblicazioni di carattere storico-militare e una biografia di suo padre; postume, a cura del figlio Raffaele, le Lettere famigliari (1967).